LE FOTO DA 21 A 30
Le foto da 1 a 10 | Le foto da 11 a 20 | Le foto da 21 a 30 | Le foto da 31 a 40 | Le foto da 41 a 50 | Le foto da 51 a 60 |
Le foto da 61 a 70 | Le foto da 71 a 80 | Le foto da 81 a 90 | Le foto da 91 a 100 |
![]() |
21) - 1930 - A Monchiero, la Domenica dopo Pasqua, si teneva la fiera di San Fedele. Nella foto, si vedono in primo piano, due allevatori novellesi: Ottavio Conterno, dei Corini (col bastone in mano, fra due bestie premiate) e Francesco Galvagno (Cichìn d' Busan) subito dietro, bello, corpulento, anche lui col cappello in testa. |
![]() | 22) - 1930 - Come appariva la piazza e la facciata della Chiesa negli anni trenta. In piazza, si vedono il parroco, don Graneris, e Valerio Tarditi, con la macchina che presumo del cavalier - nonché podestà - Anselma, l'unica del paese, che svolgeva anche servizio pubblico. |
![]() |
23) - 1932 - Omaggio a mio padre. Che morì nel suo letto per miracolo. Il 22 febbraio 1945, un gruppo di repubblicani salì a Novello col preciso scopo di arrestare quattro persone. Di due, non trovarono nessuno. Di una (era un partigiano) trovarono la vecchia madre, che disse: "Vado a chiamarvi mio marito, giù nell'orto". L'attesero, ma aspettano ancora adesso, perchè si precipitò dal marito ed entrambi se la diedero a gambe nei boschi. |
![]() | 24) - 1932 - Omaggio a mia madre, che morì quando avevo sette anni. Di lei, ho un ricordo particolare. Un giorno, la mia maestra (2^ elementare) doveva mandare una busta alla maestra della classe di fianco, che era mia madre. Mi diede la busta e mi disse: "Mi raccomando, compòrtati bene!". Entrai, scattai sull'attenti battendo i tacchi (degli zoccoli, perchè quelli avevo...), sparai un perfetto saluto romano stando sull'attenti e dissi: "Buon giorno, signora maestra". |
![]() | 25) 1933 - Mia madre fra i suoi alunni (37 presenti), nell'anno scolastico 1932/33. Da questo periodo in poi, nelle foto scolastiche e di cerimonie pubbliche, si vedranno molte divise, segno dei tempi. In genere, i dipendenti pubblici - maestri compresi - erano obbligati ad avere qualche carica, con relativa divisa. Mia madre, tipo mite e figlia di socialista, non si era mai mossa dal suo paese di 300 anime, se non per frequentare le magistrali, a 10 km. di distanza. Venne in Piemonte come vincitrice di concorso, ma fu sempre schiva di tutto. |
![]() | 26) 1934 - I balilla della classe quinta, con tanto di caposquadra, che poi abbraccerà il sacerdozio e diverrà parroco di Neive. Mio padre, come insegnante, era preoccupato, perché la spesa per la divisa da balilla (o da figlio della lupa o da piccola italiana o da avanguardista) era a carico delle famiglie e si trattava di contadini di collina, per conoscere la vita dei quali basta leggere "La malora" di Fenoglio. |
![]() |
27) 1934 - Si tratta della stessa foto di cui sopra, che io ho diviso in due parti, per mettere in risalto i particolari. Qui, finalmente, ci sono due ragazze che non erano figlie di contadini: una era la figlia del salumiere (ma vendeva di tutto) del paese e l'altra, la caposquadra, era la figlia dell'autista della corriera che faceva servizio per Alba e per Monchiero. Ma lui era solo dipendente. |
![]() |
28) 1934 - Mia madre, nella goffa divisa che non sapeva indossare bene, con un gruppo di Piccole Italiane. Non è una classe, perché le classi erano miste; eppoi, sono troppo poche e hanno tutte un diploma in mano. Penso si tratti di una delle tante esercitazioni obbligatorie, alla fine delle quali si dava a tutte un brevetto di qualcosa (brava ginnasta o qualcosa del genere) e poi, tutte nei campi paterni a sgobbare. |
![]() | 29) 1933 - L'interno di una classe, coi banchi di legno, il calamaio di ceramica inserito nel buco del banco, la scanalatura per la penna e, in prima fila,... l'immancabile fotografia del Duce! |
![]() |
30) 1934 - Mio nonno ci teneva tanto alle sue mucche, che le volle anche fotografate! Per la verità, aveva una sola mucca e ne acquistava un'altra solo quando la prima era in attesa del vitello, poi la rivendeva. Poichè, per arrotondare, mia nonna vendeva il latte ai vicini, non poteva restare qualche mese senza mucca lattifera. |